Calati Juncu ca passa la china dice il proverbio siciliano, lodando la flessibilità della pianta di giunco, che si piega durante la piena del fiume, senza spezzarsi.
Quattordici doghe in legno di faggio evaporato, sospese sopra una corda elastica, flessibile come un giunco: la struttura Junco, nata nel 1986, resta ancora oggi la spina dorsale dell’ecosistema Pedano.
Ci addormentiamo nella nostra posizione preferita, chiudiamo gli occhi e ci lasciamo andare. Poi iniziamo una danza lenta, ci giriamo di lato, poi supini, poi di nuovo di lato e ogni tanto anche a pancia in giù. Cambiamo posizione fino a 40 volte, nella nostra personale coreografia che dura tutta una notte.
Dormire è un processo in movimento, dormire è un gentile rotolarsi nel letto.
In ogni posizione il nostro corpo cerca sostegno, perché siamo fatti così: se ci sentiamo sostenuti, sorretti, il nostro sistema muscolo-scheletrico si sente al sicuro e può rilassarsi. Se l’appoggio non c’è, se è troppo rigido o troppo morbido, è meglio e più sicuro rimanere contratti, in controllo.
E’ una questione di fiducia.
Qui le doghe sospese Junco entrano in azione, seguono e
sostengono la nostra danza notturna, ci fanno sentire sospesi e sorretti con la loro azione di spinta dal basso, sempre adeguata, gentile, mai invadente, in libertà. In questo concerto le muscolature e i tessuti si rilassano e al mattino siamo pronti per una nuova giornata.